Benvenuti alla Dermorubrica Nerd del Dottor Paolo. Per maggiori informazioni leggete la puntata precedente.
La dermorubrica dovrai sopportare
finché un 5 o un 8 non compare
“Sarah!! Tira i dadi, Sarah!! Saraahh!!”
Bentornati! Intrappolati come siete nel mirabolante mondo della dermatologia, non avete altra scelta che sorbirvi un altro pensiero superficiale che renda la pelle splendida.
Oggi parliamo nientepopodimeno che di iperidrosi focale, ovvero eccessiva sudorazione, ovvero ascelle pezzate (un saluto ai cari colleghi che hanno appena chiuso il browser).
Come tutti i problemi imbarazzanti potrà far sorridere, ma questa comune condizione reca con sé una serie di conseguenze sociali, emotive e professionali, diventando più fastidiosa di un gremlin a cui avete dato da mangiare dopo la mezzanotte.
L’iperidrosi spiegata dal vero Willy Wonka (quello di Gene Wilder, non quello di un bollitissimo Johnny Depp; ok, è stato bello avervi qui con noi per un po’, addio)
Il nostro corpo conosce diversi sistemi per perdere o conservare calore al fine di rimanere entro i 37 °C, temperatura alla quale avviene con maggior efficienza tutta la sua magia. Nel loro complesso, questi meccanismi vengono chiamati termoregolazione. Il trucco preferito dall’organismo per raffreddarsi è la sudorazione, cioè la perdita di acqua attraverso delle ghiandole che si trovano nella nostra pelle.
Nell’iperidrosi focale viene prodotto più sudore di quanto normalmente necessario alla termoregolazione, soprattutto in certe aree come il palmo delle mani, la pianta dei piedi e le ascelle. Ciò avviene perché in queste zone la sudorazione è innescata non tanto dall’eccessivo calore, quanto piuttosto dagli stress emotivi; infatti, di solito, chi soffre di iperidrosi non suda più degli altri quando dorme. Di fatto, le responsabili non sono le ghiandole sudoripare, che nella maggior parte dei casi funzionano bene come nei soggetti che sudano normalmente: l’anomalia è nel cervello, dove i centri deputati al controllo del sudore rispondono in modo esagerato al comune stress quotidiano.
L’iperidrosi focale è più di una semplice macchia sul vestito. Chi ne è affetto vive spesso con ansia abitudini sociali frequenti come una stretta di mano e può avere problemi nell’impugnare oggetti di lavoro o ricreativi. Inoltre, aree difficilmente asciugabili come le ascelle sono maggiormente sottoposte a macerazione, un processo nel quale l’eccessiva umidità rende la pelle una barriera meno efficace contro possibili infezioni locali da funghi o da virus.
Foto esplicativa (e artefatta) dell’espressione “ascella pezzata”.
Se l’iperidrosi dovesse interessare tutto le zone del corpo insieme, e la causa non è chiaramente l’eccessivo calore, è una buona idea rivolgerci al nostro medico di riferimento, perché il fenomeno potrebbe essere spia di un problema diverso.
Come sempre, l’approccio alle possibili terapie deve essere guidato da considerazioni pratiche, come il reale impatto del problema sulla qualità di vita e il costo di certe soluzioni, sia sul piano economico che della sicurezza.
In prima linea ci sono gli antitraspiranti, la maggior parte a base di sali di alluminio. Si tratta di preparazioni in grado di danneggiare le cellule dei condotti delle ghiandole sudoripare, occludendoli parzialmente e quindi riducendo il sudore che raggiunge la pelle. Esistono a basse concentrazioni, ampiamente disponibili e senza prescrizione medica, in grado risolvere solo le iperidrosi di grado molto lieve. Gli antitraspiranti prescrivibili ad alta potenza, come quelli contenenti alluminio cloridrato esaidrato al 20% in alcol, sono molto efficaci, ma possono irritare la pelle. Per minimizzare questo rischio bisogna saperli usare: vanno applicati su cute asciutta quando la sudorazione è minima, generalmente prima di andare a letto, e l’area va lavata dopo non più di 6-8 ore. L’occlusione dell’area con pellicole trasparenti o altri materiali non solo non è necessaria, ma è sconsigliabile perché aumenta il rischio di irritazione. Al mattino, quindi, l’antitraspirante non va riapplicato, perché i condotti ghiandolari sono già in parte occlusi! Durante il giorno, se lo si desidera, può essere invece utilizzato il nostro deodorante profumato e non medicato di scelta.
Se nonostante le accortezze questa prima soluzione fallisce, la seconda linea di terapia prevede due metodiche su cui voglio spendere qualche parola qui, ma per le quali invito a rivolgersi ad uno specialista: l’iniezione di tossina botulinica (il Botox, per intenderci) e la termolisi a microonde.
La tossina botulinica è la sostanza più velenosa nota all’uomo, ma il suo utilizzo in medicina è molto diffuso e non solo con finalità puramente cosmetiche. È in grado di bloccare un neurotrasmettitore fondamentale, l’acetilcolina, e nel nostro caso ciò si rivela molto utile, bloccando la produzione del sudore. La tossina viene iniettata con un piccolo ago nello strato più profondo della pelle e, di solito, sono necessarie circa 10-20 iniezioni per ascella, considerando questa come l’area di nostro interesse. La riduzione del sudore diviene già evidente dopo 3-4 giorni e dura in media quasi 3 anni, ma esiste una grande variabilità di durata fra un paziente e l’altro, per quale ragione ancora non sappiamo. Si tratta di una pratica in grado di risolvere la maggior parte delle iperidrosi focali che non rispondono agli antitraspiranti, ma è mininvasiva e potenzialmente dolorosa, anche se esistono diversi espedienti per anestetizzare l’area da trattare.
La termolisi a microonde è una tecnica promettente che sfrutta uno strumento in grado di indirizzare delle microonde per distruggere le ghiandole sudoripare. Si somministra in sedute di 20-30 minuti ogni 3 mesi, è efficace nel ridurre la sudorazione per almeno 6 mesi concluso un ciclo terapeutico e non provoca dolore, anche se può dare delle alterazioni temporanee di sensibilità dell’area trattata. Purtroppo, è limitata dal fatto di essere poco diffusa e costosa.
Foto random di un deodorante
Le soluzioni finora elencate sono temporanee e non portano in nessun caso alla guarigione. Esistono anche altre terapie, che nel complesso possono essere considerate la terza linea di intervento, ma alcune molto invasive e andrebbero riservate ai casi molto gravi, per altre la letteratura in merito è ancora poco solida. Il vostro dermatologo potrà essere il vostro Morpheus, se lo riterrà il caso.
Come spesso accade in medicina, non esiste una terapia giusta in senso assoluto, ma la terapia giusta per quel paziente. Parlare del problema col proprio dermatologo, soprattutto di come influenza la nostra qualità di vita, può in tal senso essere dirimente per la scelta della terapia.
E con questo dobbiamo lasciarci. Pare infatti che Sarah dall’altra parte abbia tirato un 8: potete andare! Ma attenti ai ragni e soprattutto…
ALTOLÀ AL SUDORE (perdonatemi, è da quando ho iniziato l’articolo che avevo voglia di scriverlo).
Silvia
Posted at 16:49h, 01 GiugnoNo vabbè come ti capisco. Io ne soffro nelle ascelle, piedi e mani… che imbarazzo quando la gente si presenta a metà agosto e tu hai la mano sudata!! 🙁
Poi a me capita di sudare freddo, devo proprio andare dal dermatologo a breve e spero che possa darmi una cura palliativa.. ti farò sapere!
S.
Bill
Posted at 17:25h, 09 GiugnoI will right away seize your rss feed as I can’t to find your email subscription link or e-newsletter service.
Do you’ve any? Please let me realize in order that
I may just subscribe. Thanks.